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Il 27 settembre molti sono scesi in piazza per la manifestazione per il clima, Friday for Future, e questo ci ha portato a fare qualche ricerca. In un altro articolo (5 consigli per prevenire l’Alzheimer) abbiamo parlato dei fattori di rischio controllabili nel cercare di prevenire l’insorgenza dell’Alzheimer.
Oggi apriamo una piccola parentesi su un altro possibile fattore di rischio che da qualche anno sta interessando i ricercatori di diversi Paesi: il ruolo dell’inquinamento atmosferico.
La correlazione tra l’esposizione a polveri sottili e alcune malattie respiratorie è già stata confermata da tempo, ma alcuni studi pare evidenzino un impatto anche nella salute mentale dell’uomo, soprattutto in aree dove le concentrazioni di PM2.5 sono elevate. Numerosi studi hanno dimostrato che un cervello esposto a polveri sottili mostra formazioni di placche simili a quelle dell’Alzheimer. Attraverso le mucose del naso, il PM2.5 può raggiungere direttamente il cervello, dove rimangono incluse.
Già nel 2015 sulla rivista “PubMed”, un gruppo di ricercatori della China Medical University a Taichung ha calcolato che un’esposizione a ozono e polveri sottili durata almeno 10 anni, comporta un aumento del rischio di ammalarsi di Alzheimer del 138%.
Secondo poi un articolo pubblicato sulla rivista “Translational Psychiatry” dai ricercatori della University of Southern California, vivere in aree dove le concentrazioni di PM2.5, può aumentare significativamente nelle donne il rischio di demenza senile e, in generale, l’inquinamento atmosferico potrebbe costituire una delle cause di oltre il 21% dei casi di demenza diagnosticati.
Anche più vicino a noi, in Inghleterra, hanno condotto uno studio su 130378 partecipanti tra i 50 e i 79 anni cognitivamente sane e non residenti in casa di cura che sono stati seguiti dal 2005 al 2013. Alla fine dello studio l’1.7% dei soggetti ha ricevuto una diagnosi di demenza (39% AD, 29% demenza vascolare).
Anche in questo caso i ricercatori hanno evidenziato un’associazione positiva tra i livelli residenziali di inquinamento atmosferico ed acustico e la diagnosi di demenza, rilevando che coloro che vivevano in aree con maggiore inquinamento atmosferico avevano più probabilità di ricevere una diagnosi di demenza negli anni successivi.
Le ricerche stanno continuando e sono sicuramente necessari ulteriori approfondimenti in merito, ma sicuramente rappresenta una buona pratica minimizzare la nostra esposizione all’inquinamento atmosferico.