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A che piano?

A che piano?

Affrontare l’argomento della demenza è un’impresa a dir poco ardua, partendo anche solo dalla vastità e dalla complessità del tema. In questa sede cerchiamo in brevi articoli di intaccare lievemente il soggetto in una maniera che possa essere comprensibile e magari dare degli spunti di riflessione e approfondimento.

Oggi proviamo a capire cosa succede quando la demenza si insedia nel nostro cervello. Prima di addentrarci nel tema, ricordiamo che uno dei modi di definire la demenza (di cui l’Alzheimer è solo una delle varianti in cui si può presentare) è

una malattia del sistema nervoso centrale che deteriora progressivamente le funzioni cognitive e si manifesta con cambiamenti nel comportamento e
una diminuzione costante nell’autonomia.

 

Immaginiamo il nostro cervello come un bel condominio con 5 piani. Ogni piano è occupato da una funzione cognitiva.

Al piano più alto troviamo la funzione della pianificazione. Si trova qui in quanto esprime la capacità di progettare, prevedere le conseguenze delle nostre azioni e capire cosa succede attorno a noi.

Al quarto piano c’è la funzione dell’attenzione. E’ la funzione che permette di tradurre le idee della progettazione in azioni e di compierle nel giusto ordine per arrivare all’obiettivo che si era previsto. Non solo, è la funzione che ci permette di apprendere e interagire con gli altri.

Al terzo piano abbiamo la funzione della memoria. Anche questa funzione è fondamentale in quanto non solo permette di consolidare l’apprendimento ma ci da la consapevolezza della nostra persona nel tempo e nello spazio. Ho letto a questo proposito una frase che mi è rimasta impressa e che voglio condividere con voi in quanto penso che esprima molto bene la funzione della memoria in poche parole significative: “la memoria è il collante tra noi e il mondo.

Al secondo piano c’è la funzione del linguaggio. Abbiamo già affrontato il tema del linguaggio in altri articoli e quindi sappiamo che quando parliamo di linguaggio non intendiamo solo il parlato, ma tutti i modi di comunicare verbali e non. E’ la funzione che ci permette di “collegarci” con le altre persone.

Infine al primo piano ci sono le abilità di base, cioè la capacità di produrre fisicamente un’azione.

 

Immagine di <a href="https://it.freepik.com/foto-gratuito/persona-cieca-che-sceglie-il-piano-in-ascensore_22632866.htm#query=ascensore&position=3&from_view=search&track=sph">Freepik</a>Ora, immaginiamo che in questo condominio ci sia un’ascensore che collega tutti i piani e che la demenza sia un’ospite non gradito che riesce a prendere questo ascensore. Cosa succede se si ferma a un piano e lo danneggia? Beh, ad esempio, se scendesse all’ultimo piano all’ora una persona vedrebbe compromessa la capacità di pianificare e di interagire con gli altri, se invece la demenza decidesse di fermarsi al quarto piano allora una persona diventerebbe estremamente distratta e non riuscirebbe a portare a termine delle azioni complesse. Una visita molesta al terzo piano si tradurrebbe nell’incapacità non solo di imparare cose nuove, ma anche di perdere la consapevolezza del proprio io nel quando e nel dove. Danni al secondo piano, infine, significherebbero una compromissione delle possibilità di comunicare. Poiché le abilità di base sono la concretizzazione fisica di un pensiero dei piani superiori è chiaro che un qualsiasi danno sarebbe poi visibile nella praticità dei comportamenti. Viene da sé che se i piani danneggiati sono più di uno la perdita dell’autonomia diventa importante così come il ruolo del caregiver che deve intervenire in maniera sempre più intensa.

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